Qualcuno prema Play

27.08.2020 13:59 di  Luca Canfora   vedi letture

E' un problema assolutamente mio.

E' colpa mia. Non è colpa del virus, di Zangrillo, di Bassetti, di Preziosi, di Maran, di Briatore, di Salvini, di Conte. E' colpa mia che assorbo tutto e non butto via niente, tutto il bene e tutto il male, che poi rimane dentro per mesi, a volte anni, e mi logora, mi mangia, mi parla. Mi ricorda chi ero, chi sono stato, chi sono.

Da una parte vorrei che il 2020 finisse... ieri. Dall'altra il tempo corre già fin troppo, quindi non è saggio voler invecchiare in fretta. Diciamo che forse il lockdown è terminato fuori, per ora, ma a me è rimasto dentro. Ieri ero sul poggiolo a prendere il sole in mutande, come è accaduto spesso tra marzo e maggio, ed ho avuto quella terribile sensazione di non essermi mai mosso da lì. Nè con il corpo, nè con la mente.

La sento solo io questa pesantezza dell'anima? La sento solo io questa carenza di leggerezza? La vedo solo io questo velo opaco che mi offusca l'udito, l'olfatto, la vista, la vita? E non usiamo le parole a sproposito, non parliamo di depressione. Che una forma di depressione l'ho avuta, e molti la hanno sul serio, per problemi molto seri. Io non parlo di questo.

Io parlo di pausa. Mi sento in pausa come un lettore audio video con le doppie stanghette verticali. Da certi punti di vista non è nemmeno una brutta sensazione. Non provo gioia, ma nemmeno dolore. Non ho slanci, ma nemmeno indolenza. Non ho allegria, ma nemmeno tristezza. Non ho aspettative, ma nemmeno paure. Non ho delusioni, ma nemmeno illusioni.

Tutto questo ha a che fare con la vita, ed anche con il Genoa. So che non durerà molto, quindi la prendo come una breve vacanza dal mio stato naturale, normale, che consiste in una alternanza giornaliera di: progetti, esaltazioni, speranze, sogni, voli pindarici, cadute rovinose, illusioni pretestuose, disillusioni, pretese, rese, passioni morbose, delusioni cocenti, parole pesanti, silenzi dolorosi, emozioni laceranti, gioie incontenibili, pianti invisibili, innocenti bugie, crudeli verità, follie credibili, ragioni impossibili.

Sto bene. Non sto bene per niente.

Ho bisogno di tornare a gioire puerilmente o ad incazzarmi goffamente, per un motivo profondo o assolutamente futile non importa. Tornare a fare progetti inutili ed ininfluenti ma credendoci come se la rotazione stessa del Pianeta dipendesse da loro. Ipotizzare di cambiare il mondo, anche se il mondo non cambia. Che poi non è vero. Il mondo cambia, e cambiamo anche noi. Ma in tempi diversi, per non dovercene accorgere.

Non restiamo in pausa. E nemmeno in paura. Ricominciamo a vivere, a sognare, a credere in qualcosa, in qualcuno, ad immaginare un mondo migliore, a immaginarci persone migliori.

E anche tu Genoa, smettila di restare immobile. Non lo vedi che non sei felice? Dacci un motivo per credere, datti un motivo per vivere. Facci gioire, o facci soffrire. Facci sorridere, o facci arrabbiare. Fatti del bene, o fatti del male. Ma fai qualcosa, che la vita in pausa non è vita.

Qualcuno prema Play... o dovrò farlo io. Non è una minaccia... è una promessa.

   Luca Canfora


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