Al Genoa bastano le individualità per dilagare contro il Vicenza

16.08.2025 11:32 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Nella prima partita stagionale da non fallire, il Genoa onora la logica e il pronostico, mostrandosi però come un cantiere aperto. Contro un Vicenza onorevolissimo sparring partner di alta serie C, organizzato e per nulla timoroso, i rossoblù faticano quasi mezza partita, sbloccano il risultato appena prima dell'intervallo e, calato il tris ad inizio ripresa, poi amministrano.
La vittoria, per carità, ci sta tutta, ma è stata più frutto di giocate individuali che di una manovra collettiva armonica. Su quest'ultimo fronte, i conti non tornano ancora, e forse è comprensibile, considerato che dalla trequarti in avanti si sono esibiti quattro neo-rossoblù ancora alla ricerca di un'intesa. Certo, i primi 40 minuti non sono stati brillanti e anche il computo delle palle-gol risulta in equilibrio: merito di un Vicenza autoritario e proposito ma anche demerito di un Grifo che ci prova in qualche circostanza, ma appare sfilacciato e non ancora in grado di comandare il match.

Gronbaek non affonda i colpi e si sveglia solo nei minuti finali, Stanciu si accende a sprazzi e il solo Valentin Carboni, a destra, ha il fuoco vivo addosso, ma si tratta sempre di spunti singoli, come se i giocatori si fossero conosciuti qualche ora prima e non parecchie settimane di lavoro. Discorso a parte merita Colombo, attesissimo al varco. Ebbene, l'ex milanista ha fatto altamente rimpiangere Pinamonti brillando solo per.. latitanza e abulia e nella ripresa, già sul 3-0, ha divorato due occasionissime nella stessa azioni e mostrando una tecnica lontanissima dall'accettabile. Si pensava se non altro ad un centravanti più abile del predecessore nel tenere palla ma i gendarmi vicentini hanno vinto tutti i duelli fisici annullandolo. Per fortuna l'asse Masini-Frendrup, esente da colpe, ha ribadito l'antica funzionalità e dietro la Maginot ha retto nonostante una copertura sommaria dei trequartisti in ripiegamento e agli antichi limiti difensivi di Norton-Cuffy e Martin. E' piaciuto soprattutto Marcandalli, sempre più maturo e concentrato, anche se sarà comunque da giudicare in test più probanti.

Immergendosi nelle fasi salienti, va registrata l'incidenza in zona rifinitura di Martin, che ha perso a favore di Stanciu la titolarità dei calci d'angolo ma non la verve e la lucidità. A giri contati il cross dalla trequarti che al 39' spedisce a bersaglio Valentin figlio d'arte, lesto liberarsi, a controllare perfettamente e a infilare da due passi: il premio legittimo per il prestito interista. Il raddoppio, appena prima dell'intervallo, con un Genoa psicologicamente sbloccato, è da dividersi tra Masini (abile a guadagnarsi una punizione dalla linea di fondo) e Stanciu (furbo nello sparacchiare rasoterra a centro area) con la decisiva collaborazione del vicentino Benassai, decisivo nella deviazione... perdente, tentata per evitare il tocco di Vasquez.

Nella ripresa, dopo un iniziale brivido dovuto ad un'uscita maldestra di Leali, graziato dal biancorosso Caferri, ecco il tris, da incorniciare ; magnifica la svetagliata di Masini verso sinistra per Martin, sui cross respinto corto da un difensore (con Colombo ancora una volta a vuoto) si è avventato Stanciu, capace al volo di insaccare all'incrocio con un pallone telecomandato che parecchi altri giocatori avrebbero calciato in gradinata. L'ultima mezzora abbondante ha regalato un paio di spunti offensivi degli ospiti, un'uscita a rompicollo del portiere berico per dire di no a Messias, qualche giocata ininfluente di Malinovskyi e Vitinha e poco d'altro anche dagli altri innesti Ostigard e Venturino. D'altronde, la sfida era chiusa in anticipo e il popolo genoano, accorso al tempio in gran numero nonostante il caldo ferragostano, aveva già cancellato dalla mente quegli iniziali 40 minuti ricchi di stenti. 

PIERLUIGI GAMBINO


Altre notizie - Copertina
Altre notizie