Carenze da sfruttare nella Viola ma conta soprattutto non perdere

01.04.2021 11:20 di  Franco Avanzini   vedi letture

In un periodo caratterizzato dall'assenza del fattore campo, Genoa e Fiorentina, alla vigilia dello scontro diretto, sono assillate dallo stesso interrogativo: meglio rischiare il meno possibile accontentandosi del punto o forzare per compiere tre passi verso la salvezza? La risposta è ardua: di sicuro, se Benevento e Spezia non avessero fatto bottino pieno nell'u ltimo turno di campionato, il classico pareggino avrebbe accontentato sia rossoblù, sia viola, ma siccome non è il caso di fidarsi di Toro e Cagliari, per ora assestate ai margini del baratro, ecco che solo la vittoria nella sfida marassina potrebbe regalare una bella dose di tranquillità.

Il Grifo proverà a far suo il match con le solite, ormai collaudate armi di cui dispone: pressing alto, rapido recupero palla e immediate verticalizzazioni per le punte. Una strategia che le caratteristiche della formazione toscana potrebbero favorire. Infatti, la Viola, ricca com'è di palleggiatori a centrocampo, è adusa comandare la partita, mantenere il possesso della sfera e spingere con azioni manovrate più che con i contropiede: l'ideale per i rossoblù, che prediligono da sempre lasciar sfogare gli antagonisti per poi punirli negli spazi.

Certo, se si leggono i nomi dei calciatori toscani, ci si chiede come possa la prestigiosa Fiorentina pascolare in terreni così fangosi, ma ad un esame più attento dell'organico affiora qualche carenza di difficile soluzione: per esempio, una fase difensiva non eccezionale, sia per l'apporto non sempre elevato delle guardie scelte (compreso il sopravvalutato Milenkovic), sia per un centrocampo che manca di un autentico mediano. La fase offensiva è stata in tempi recenti ritoccata in meglio da mister Prandelli, capace di trarre finalmente il meglio dal potenziale campione Vlahovic, per troppo tempo in ombra, ma poi si scopre che l'efficacia in zona gol dipende principalmente dall'ispirazione e dalla buona salute del formidabile Ribery, a 38 anni ancora decisivo.

Altra pecca della Fiorentina è la carente fisicità complessiva, e contro compagini non troppo strutturate il Genoa va solitamente a nozze. Ma più che tutte queste annotazioni costituzionali, la resa dell'undici ospite dipenderà dal nuovo impatto di Beppe Iachini, richiamato d'urgenza sulla panca viola dopo le sconvolgenti dimissioni di Prandelli. Il mister ascolano è di natura un difensivista, propenso ad agire di rimessa e forse più adatto del predecessore per una squadra che, partita per piazzarsi subito a ridosso delle “sette sorelle”, si trova a combattere per la sopravvivenza,

Di certo la presenza dei Iachini, in assoluto l'allenatore più inviso alla piazza genoana, avrebbe prodotto un ambientino niente male nel catino del Ferraris: buon per il marchigiano che gli spalti marassini debbano restare vuoti,..

Ballardini non gode certo pericoli di impopolarità ed intende perpetuare il proprio feeling con il popolo genoano mietendo un'altra vittima illustre. La sfida vittoriosa di Parma non ha solo fruttato punti pesantissimi, ma anche fatto riscoprire la vena realizzativa di uno Scamacca risorto e ha confermato che Biraschi, acquisto recente dopo una lunga via crucis trascorsa in infermeria, può rivelarsi utilissimo alla causa. Il trainer sta certamente riflettendo sull'ipotesi di schierare il romano dal primo minuto come esterno di destra, con il versatile Zappacosta dirottato a sinistra e l'impresentabile Czyborra spedito in panchina, ma non è scontata l'esclusione del giovane tedesco.

L'altro nodo da sciogliere riguarda il ruolo di seconda punta, date le ultime, deludenti apparizioni di Shomurodov. Più che a Pandev (tornato euforico dalla Germania dopo aver contribuito con un gol al clamoroso successo della sua Macedonia), il tecnico sta pensando a Pjaca, il cui innesto nella gara del Tardini come subentrante è stato eccellente. Quale che sia la scelta, il rischio di un riscontro non esaltante esiste.

La terza incertezza concerne ovviamente l'altra maglia di attaccante. Destro da tempo è all'asciutto, ma – giunto a quota 9, ad un solo gol dall'automatica conferma in rossoblù per il prossimo anno – ha motivazioni speciali. Scamacca, dal canto suo, intende sfruttare la scia favorevole del gol in azzurro e, ora come ora, appare più funzionale, ma le clausole contrattuali legate al suo approdo in prestito al Grifo potrebbero rappresentare una remora ad un impiego dall'inizio. Chi vivrà vedrà.

                                       PIERLUIGI GAMBINO


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