Ivan Juric: "Al Genoa l'obiettivo salvezza non basta"

03.09.2016 15:45 di  Marina Denegri   vedi letture

"Vero. Curioso. Aperto". "Aggressività,  possesso palla, determinazione". In una lunga intervista rilasciata a Sport Week, l'inserto settimanale de La Gazzetta dello Sport, Ivan Juric definisce così prima se stesso e poi la sua visione del calcio. Il nuovo allenatore del Genoa, con la schiettezza che lo contraddistingue, ha risposto a tante domande e parlato a viso aperto del suo passato, del suo lavoro, di Genova e ovviamente del Genoa.

Si é subito definito come la pecora nera della famiglia per essersi dedicato al calcio. "I miei genitori erano insegnanti (il padre docente di Lettere Classiche all'Università, la madre insegnante di sostegno di bambino con sindrome di Down o autistici o con qualche altra disabilità psichici), mia sorella é  laureata in Legge. Io a scuola ero pure bravo ma avevo il calcio in testa - ha esordito Juric -  Mamma lo considerava un insulto alla famiglia. Vedeva il pallone come una perdita di tempo. Mi ha ostacolato in ogni modo. Da ragazzo avevo gli allenamenti al mattino: lei mi spegneva la sveglia perché continuassi a dormire. Papà invece mi ha lasciato fare: cercava la mia felicità ".

Appesi gli scarpini al chiodo, gli è stato facile decidere di fare l'allenatore. "Lo sentivo dentro già da quando giocavo. E ora posso dire che mi piace molto di più che fare il calciatore". Alla domanda se ruberebbe qualcosa a qualcuno dei tecnici considerati tra i migliori in circolazione Juric ha risposto con estrema sincerità: "A Guardiola sto cercando di rubare l'idea tattica della superiorità in ogni zona del campo. Ad Ancelotti la calma. A Mourinho fondamentalmente nulla". Ma c'è un tecnico per il quale Juric ha voluto spendere parole importanti, di elogio,  soprattutto sotto il profilo umano: "Il mio esempio rimane Bielsa perché é  un uomo con valori che si sono un po' persi, specialmente nel calcio, dove si guarda soprattutto all'interesse economico e si cerca di andare d'accordo con tutti. Invece lui é uno che prende la sua strada e la segue fino in fondo, scansando bugie e false promesse che possono minare l'integrità morale".

Nei confronti di Genova che lo ha ospitato come calciatore, come allenatore della Primavera e ora come tecnico della prima squadra rossoblù Ivan Juric ha manifestato sentimenti molto forti e un legame molto profondo. "Amo Genova perché vedo che accoglie bene lo straniero - ha detto - Sarà perché è una città di mare e perciò abituata a confrontarsi con altri popoli e culture. I miei posti preferiti restano i vicoli, dove c’è la vita vera”. Infine il Genoa. Sugli obiettivi del campionato appena iniziato il tecnico croato si é pronunciato senza mezzi termini: "Il presidente mi ha chiesto di salvarci e di valorizzare gli uomini. Io vorrei fare bene, il problema è capire cosa vuol dire 'bene'. Non possiamo pensare di andare in Champions perché ci sono squadre superiori a noi e neanche in Europa League per lo stesso motivo. Arrivare nella parte sinistra della classifica? E che vuol dire? Settimo, ottavo o nono posto cambia poco. L’ obiettivo allora diventa salvarsi ma ripeto: in una città come Genova non basta. Cercheremo perciò di giocare bene e divertire la gente, aspirando al massimo che si può senza perdere la nostra identità di gioco e mentalità”.

Ultima domanda: se ci fosse da scommettere su un giocatore? "Punterei su Ocampos. Ha molto talento, anche se deve lavorare tanto”.


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