Maturità e tenuta difensiva le armi di un Genoa rampante

13.03.2023 11:21 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Il Genoa blessiniano una partita così ispida, “sporca” e battagliata difficilmente l'avrebbe vinta. In edizione gilardiniana, invece, ha posto un altro mattoncino niente male nel costruendo castello della promozione. La Ternana si è arresa solo al 94' quando l'ennesimo pallone spedito in area rossoblù è finito nelle tenaglie del portiere Martinez, a conferma che non si è trattato di un pomeriggio comodo e di un confronto a senso unico.

E dire che il vantaggio ottenuto al 13' avrebbe dovuto spianare la via ad un altro successo rotondo. Sino a quel momento, si era visto in campo soltanto il Grifone, abile a sfruttare un cross al volo del vivacissimo Haps che ha colto sul secondo palo, in clamorosa solitudine, Badelj, pronto al più agevole dei tap-in.

La maturità dei suoi giocatori ha consigliato il Genoa a congelare la gara sino all'intervallo, cercando sì il raddoppio ma soprattutto obbligando gli umbri a girare a vuoto. La trama sgorgava lenta ma precisa, costante: ciò che serviva per tenere lontana dalla propria porta la Ternana, che ha creato solo un brivido verso il finale, favorito da un fallo a centrocampo non fischiato dal direttore di gara, con una conclusione però imprecisa.

Per il resto, il team del vulcanico Lucarelli è caduto nella trappola di un avversario padrone del match. Il solito, sontuoso Badelj, supportato da Strootman e Sturaro, comandava da par suo, sopperendo alla condizione sommaria del comunque combattivo Puscas (recuperato in extremis) e alla giornata non esaltante di Gudmundsson, braccato a uomo dal colosso Diakite.

La ripresa si apriva con ben altro spartito. La Ternana, come assatanata, ha subito assediato la porta rossoblù collezionando calci d'angolo e moltiplicando l'ansia dei tifosi locali. Un forcing insistente, seppure disordinato, che ha però fruttato una sola opportunità – su mischione in area – sciupata da un'indegna ciabattata di Koulibaly. Ben più insidioso era stato al 2' il Genoa in una fuggevole sortita offensiva, ma Sturaro, solissimo davanti a Iannarilli, si faceva respingere il tiro, tenendo ancora aperta la contesa.

La Ternana, padrona a centrocampo, continuava a macinare gioco, costringendo i padroni di casa a raggrumarsi nei propri sedici metri. Gilardino ha rinunciato inspiegabilmente ad effettuare i primi cambi fino all'ora di gioco, quando sono usciti per infortunio Haps, tra i più intraprendenti (dentro l'affidabile Criscito) e lo stremato Sturaro (sostituito da Frendrup). Gara vivissima, ricca di capovolgimenti di fronte, con i rossoverdi insistenti in avanti ma anche insidiati dai contropiedi avversari, che sfumavano però nel momento topico. Badelj centrava ancora una volta il bersaglio, ma il gol era annullato per fallo dello stesso croato: decisione discutibile ma da accettare. Intollerabile invece è stato l'atteggiamento tenuto  per tutto l'incontro da un arbitro, il pescarese Camplone, eccessivamente permissivo anche di fronte a palesi scorrettezze: ne hanno guadagnato gli ospiti fisicamente più prestanti.

Anche mister Lucarelli cambiava connotati alla sua Ternana inserendo forze fresche, ma al di là di una produzione industriale di cross e di calci d'angolo non ha mai impensierito Martinez. Al 79', ecco Gilardino far accomodare Gudmundsson e Strootman, ormai spenti, a pro di Salcedo e Jagiello, pronti alla copertura ma anche – all'occorrenza – a far rifiatare la difesa con qualche spunto offensivo. E nel finale, accolto con un biblico boato, è stato anche il turno di Ekuban, assente da novembre: in una manciata di minuti, ha creato più di un pericolo, dimostrandosi in grado di dire la sua nel prosieguo di campionato.
A conti fatti, non ci piove sui meriti di un Genoa che ha saputo stringere i denti nei momenti più critici, prolungando il fantastico clean sheet casalingo nell'era Gilardino: e sono otto le gare senza reti al passivo. Siccome, di riffe o di raffe, un golletto i rossoblù lo trovano sempre (solo il Pisa negli ultimi mesi ha saputo uscire indenne da Marassi), i conti tornano a meraviglia e il “+3” nei confronti del Bari, primo, pervicace inseguitore, concima la pianticella dell'ottimismo. La strada verso la serie A è ancora lunga, ma la regolarità di rendimento e di risultati è un inestimabile valore aggiunto.

                                  PIERLUIGI GAMBINO


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