Genoa, un punto può bastare nella tana del Torino

25.10.2025 16:52 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

A meno di rovesci umilianti nel punteggio, neppure un malaugurato ko nella tana di un Toro rigenerato dovrebbe costare la panca a Patrick Vieira. La sua posizione resta ancora salda e a puntellarla provvede comunque l'imminente turno infrasettimanale di campionato, che sconsiglierebbe qualsiasi cambio della guardia.

Se il mister è al sicuro, non è così è la classifica del Genoa, da corroborare assolutamente, così non perdere contatto con la zona salvezza. I rossoblù sono ancora a secco di successi e hanno capito, leggendo il curriculum stagionale delle avversarie dirette, che ogni tanto un colpaccio in trasferta va centrato, anche per rimediare ai rovesci casalinghi. Sarebbe comunque ben accetto anche il punticino singolo, bottino sufficiente a rispettare i programmi: importante sarà non restare al palo.

Certo, le premesse per questa trasferta in Piemonte non sono incoraggianti se solo si pensa che i granata hanno innestato un'altra marcia e provengono dall'inopinato successo sul Napoli. Vero che il Ciuccio versa in crisi profonda, ma si è ugualmente trattato di un'impresa, che non solo rende la classifica dei piemontesi meno allarmante ma sta riaccendendo l'entusiasmo in una piazza da decenni assopita e quasi rassegnata. Si prevede allo stadio Grande Torino una massiccia affluenza di pubblico: altro fattore contrario ad un Grifone comunque pronto ad affrontare un ambiente piuttosto caldo con l'appoggio dagli spalti degli immancabili trasfertisti.

Non è ottimismo ma razionalità a spingerci a giudicare il match alle porte più agevole rispetto a quello col Parma. Il Genoa si esalta spesso se può concedere il comando agli avversari e agire negli spazi, partendo da una dote di base: la capacità di spezzare le trame rivali con un pressing asfissiante ed una Maginot robustissima. D'altronde, il Grifo degli ultimi anni sa esprimersi solo secondo certi canoni, non potendo sfoggiare un altro vestito, tattico e mentale.

Vieira sta sfogliando la margherita: meglio insistere sul 4-2-3-1 rivelatosi perdente o deviare decisamente verso altri moduli che prevedano l'utilizzo di due punte? I provini in settimana hanno riguardato entrambi i moduli, ma solo gli altoparlanti dello stadio torinese scioglieranno l'enigma. Le sole certezze riguardano il ruolo di portiere, i due posti da difensore centrale (Marcandalli non è ancora al meglio e non sarà presente) e la consueta coppia di mediani, ma attorno a quest'asse è un fiorire di alternative.

Stavolta l'uomo di Dakar non si farà crocifiggere da tifosi e addetti ai lavori: in avanscoperta un posto è garantito a Ekhator, in pregio all'età verdissima del sampierdarenese. E sempre in tema di certezze, Ekuban si riaccomoderà in panca, dopo l'ennesimo fallimento come titolare. Altro elemento attualmente irrinunciabile  Malinovskyi, al quale però va trovata la collocazione più utile. E' lui il calciatore incaricato di illuminare la manovra: può farlo da centrocampista puro – affiancato dai due cacciatori di palloni – o da mezzapunta.

Il “contorno” è tutto da decidere. Con la 4-2-3-1 tradizionale, ecco che ecco che crescerebbero le chances di Cornet il quale – episodio del rigore fallito a  parte – era e resta l'esterno d'attacco più dotato. Sul fronte opposto, maglia garantita a Norton-Cuffy, che nelle partite esterne, con parecchio spazio disponibile, può sfruttare la sua progressione. Sabelli si candida per coprirgli ancora le spalle mentre sul versante mancino, tanto per garantire l'arma del cross, crescono le chances di Martin a danno di Ellertson, che appare un po' appannato.

L'attacco a due punte rivoluzionerebbe il quadro tattico. La “spalla” di Ekhator potrebbe essere Vitinha, da preferirsi a Colombo, mentre Cornet o più probabilmente Carboni agirebbe alle spalle della coppia offensiva e in questo caso Norton Cuffy sarebbe arretrato in terza linea.

Nel Toro, ritemprato dal successo sui partenopei e dal pari nella Roma biancoceleste (con vittoria sfumata proprio all'ultimo palpito), si inizia a scorgere la qualità del lavoro volto da un tecnico, Baroni, giunto con un buglietto da visita probante. Non tutto, però, fila liscio. Il primo dubbio riguarda la porta, col titolare Israel acciaccato e in forte dubbio: sarebbe Paleari a sostituirlo.

Nella retroguardia a tre troviamo Coco, Maripan e Lazaro, il quale dovrebbe sostituire Pedersen, infortunato, Anche in mezzo a campo una defezione: il titolare a sinistra, Nkounko sarà avvicendato da Biraghi, il quale non è più tornato ai livelli toccati in viola. Il dinamico Tameze agirà sul corridoio di destra mentre il trio in mediana, punto di forza del team, proporrà in regia  Asslani (non da Inter ma da Torino sicuramente), supportato Casadei e Vlasic, elementi che sanno abbinare tecnica e fisicità. In avanti la funzionale coppia Adams-Simeone, con l'argentino figlio d'arte ed ex rossoblù a segno sia all'Olimpico sia di fronte alla sua vecchia squadra, il Napoli. Il popolare Cholito in estate era entrato anche nell'orbita del Genoa, ma Sucu – a differenza di Cairo - non se l'è sentita di sborsare 7 milioni, cifra pattuita per l'acquisto al termine del prestito annuale. E qui si torna all'origine di parecchi dei guai rossoblù: la mancanza di un bomber prolifico.

                 PIERLUIGI GAMBINO


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