Dal Campo di Via del Piano allo Stadio "Luigi Ferraris", la storia del Tempio

17.11.2016 08:50 di  Debora Barabino   vedi letture

Forse era una calda giornata di sole quella del 10 luglio 1910 o forse era una giornata gelida ed umida dove il calendario segnava una data diversa da quella ipotizzata, non si sa, non si sa perchè di certo sappiamo solo che correva l' anno 1910 quando due Signori si strinsero la mano senza neppure immaginare che quell' accordo appena preso avrebbe di lì in avanti segnato la storia di una città, di una squadra, di un popolo, di uno sport.

Quelle persone erano Edoardo Pasteur, presidente in forza del Genoa, ed il Marchese Musso Piantelli, socio dell' ancor troppo giovane club nonchè proprietario della cinquecentesca Villa Centurione tutt' ora ammirabile quando si passeggia accanto al perimetro del settore "distinti" del nostro meraviglioso Stadio.

Quell' incontro fu l' inizio di una storia meravigliosa, di una stretta di mano e di un progetto che nel corso degli anni hanno unito molte più persone di quante forse si potesse immaginare, quel giorno il presidente Pasteur accettò la proposta del Marchese Piantelli relativa l' intenzione di costruire un campo di calcio per il Genoa all' interno del galoppatoio di Villa Centurione.

Da quell' accordo partirono i lavori di inizializzazione e il 22 gennaio 1911 fu possibile inaugurare la struttura intitolata "Campo di Via del Piano", ribattezzata poi "O campo do Zena" dai tifosi Genoani,  e per l' occasione si disputò sul nuovo campo la partita Genoa - Internazionale. Quell' incontro fu definito dalla Gazzetta dello Sport "Vibrante dal primo all' ultimo minuto" e possiamo immaginare che sia stato davvero così se si pensa che gli archivi raccontano di un match in cui il Genoa si portò immediatamente in vantaggio con un gol di Davis ma fallì l' opportunità di insaccare il secondo gol fallendo un calcio di rigore a 12 minuti dal termine della partita. Fu proprio in quegli ultimi 11 minuti di partita che l' Internazionale di Milano ribaltò l' andamento del match mettendo a segno due gol firmati Peterly e Aebi, tuttavia la Federazione stabilì che il Genoa dovesse vincere l' incontro a tavolino con un punteggio di 2-0 in quanto la compagine avversaria avrebbe usufruito di un giocatore non tesserato ... Accaduti che a distanza di oltre un secolo ancor oggi si verificano.

All' epoca il Campo di Via del Piano aveva un orientamente del tutto opposto a quello dell' attuale Stadio Luigi Ferraris, infatti il manto verde era orientato in posizione perpendicolare al torrente Bisagno e le porte erano rivolte una verso Ponente ed una verso Levante, non tutti sanno però che tale impostazione del campo ebbe vita brevissima e il 14 maggio 1911 venne inaugurato per la seconda volta presentandosi all' incontro Genoa - F.B.C. Piemonte nella posizione odierna e con le due porte rivolte una a Nord e l' altra a Sud.

Curiosamente il Campo di Via del Piano era adiacente al Campo Cajenna, nonchè la struttura utilizzata sin dal 1902 dai diretti ed antagonisti cugini dell' Andrea Doria, le due aree di gioco, pensate, erano divise da un semplicissimo steccato. Tale condizione restò invariata fino al 1926, anno in cui gerarchi genovesi dichiararono inagibile il Cajenna e sfatarono così una volta per tutte ogni ipotesi di fusione tra i due club, in questo modo il Genoa indennizzò l' Andrea Doria ed entrò definitivamente in possesso esclusivo di quel terreno.

Iniziarono subito dei lavori di ristrutturazione ed ingrandimento del complesso sportivo terminati nel 1932 che con sè portarono la costruzione di una tribuna al lato Nord del campo dove un tempo sorgeva il Cajenna ... Fa sorridere pensare che proprio quella che, quasi banalmente venne definita "tribuna", altro non era che la nascita della splendente Gradinata Nord, la culla del tifo Genoano che si ergeva proprio la dove un tempo giocava l' Andrea Doria.

L' inaugurazione dello Stadio intitolato al capitano del Genoa Luigi Ferraris  si tenne il 1° gennaio 1933 e, proprio quel giorno, fu sotterrata in prossimità della porta situata al lato Nord del campo la medaglia d' argento al valore militare del capitano L. Ferraris caduto nella prima Guerra Mondiale, quello però non è il solo cimelio custodito dallo stadio genovese almeno fino alla sua ultima ristrutturazione, infatti nel 1979 venne sotterrata sotto il manto erboso anche una medaglia d' oro offerta dal Guerrin Sportivo in ricordo all' eroica prestazione tenuta in Nazionale dal portiere Genoano Giovanni De Prà.

Lo Stadio Luigi Ferraris era certamente una tra le strutture più moderne ed all' avanguardia dell' epoca con una capienza di 30.000 posti fu teatro di competizioni molto importanti come, ad esempio, la partita Spagna - Brasile dei Mondiali di calcio 1934.

Gli anni scorrono veloci e si arriva alla seconda metà degli anni '80 quando i tifosi, ormai non solo rossoblù ma "rossoblucerchiati" apprendono che lo Stadio dovrà subire delle ristrutturazioni in previsione dei Mondiali di Calcio del 1990 che si terranno in Italia. Tale notizia non verrà accolta con troppo entusiasmo dai frequentatori del Ferraris in quanto, il progetto dell' architetto Vittorio Gregotti, non prevedeva delle semplici modifiche ma bensì una vera e propria demolizione e ricostruzione dell' impianto che si sarebbe presentato come un modernissimo stadio in stile inglese con posti per 40.000 spettatori su spalti a ridosso del terreno di gioco, la sola cosa che sarebbe rimasta del "Vecchio Campo do Zena" era l' ingresso della Tribuna.

I lavori durarono per ben 2 anni e 2 mesi, dal 1987 al 1989, un tempo davvero lungo dovuto anche al fatto che, per consentire a Genoa e Sampdoria di poter disputare le proprie competizioni casalinghe sul loro terreno di gioco, lo stadio venne demolito e ricostruito settore per settore e, per tutta la durata dei lavori, si giocò in uno stadio che a tutti gli effetti era un enorme cantiere a cielo aperto. 

Da allora si sono susseguiti diversi lavori di completamento e di adattamento ai parametri UEFA come ad esempio l' installazione di seggiolini sugli spalti e di grate d' acciao e tornelli lungo tutto il perimetro esterno dello Stadio, non ultimi gli interventi di rifacimento del manto erboso che pare però non trovare soluzione e continua a far rimpiangere il vecchio campo a schiena d' asino che non conosceva allagamenti prima della demolizione di fine anni '80.

Lo Stadio Luigi Ferraris rimane, a mio modesto parere, uno tra gli stadi più belli ed affascinanti di sempre, per storia forse è il migliore in assoluto. Eh si, perchè qui di storia ce n'è davvero tanta e chissà se quel giorno del 1910 il Presidente Pasteur ed il Marchese Piantelli avranno anche solo sperato di aver messo in moto un' impresa eccezionale? 

Non sapremo mai cosa passò per le menti dei padri di questo impianto nato sul terreno del galoppatoio di Villa Piantelli, sappiamo forse però cosa pensò quella contadina che coltivava un terreno adiacente a Villa Piantelli e che, a seguito dei primi lavori di costruzione del Campo di Via del Piano, vide il suo orto privato della luce del sole ed impossibilitato dunque a far maturare il lavoro della povera contadina.

La donna, disperata e senza il suo raccolto, maledisse il Genoa e lanciò un anatema contro il Grifone "non vincerai nulla per i prossimi 100 anni, non vedrai più la luce delle vittorie così come io non vedo più la luce del sole!". Leggenda o realtà? Chi può dirlo? E cosa importa? Questa è una parte della storia del Genoa e dei Genoani e quando si parla di Genoa e di Genoani credo che sia bene lasciare che i dogmi restino dogmi esattamente come deve essere fatto quando si parla di Fede.

Sono felice di aver dedicato un pò del mio tempo a ripercorrere la storia di un luogo così importante per la mia città, per noi tifosi ha naturalmente un valore aggiunto, è forse un pò come una seconda casa, un posto dove si coltivano amicizie, passioni, discussioni, antipatie, arrabbiature, gioie e dolori, di fatto però, lo Stadio Luigi Ferraris, è una presenza importante per tutti i genovesi, tifosi o non tifosi.


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