Il Grifone racconta: William Thomas Garbutt

In collaborazione con Fondazione Genoa 1893
15.12.2016 09:30 di Debora Barabino   vedi letture

"Il Grifone racconta" sarà l' appuntamento che Genoa News 1893, in collaborazione con la Fondazione Genoa 1893,  proporrà ogni giovedì narrando la storia e gli eventi riguardanti coloro che, mossi dalla passione per il calcio e dall' attaccamento alla Maglia, hanno fatto la storia del Genoa e dato vita alla Leggenda Rossoblù. Si ringrazia anche Luca Sonnati per averci offerto l' immagine identificativa di questa rubrica.

Esiste il nome di un uomo che, non solo ha determinato l' avvenuta delle prime vere svolte nel Genoa, ma ha letteralmente condizionato ed identificato lo sport del calcio in Italia al punto da essser definito "il padre del calcio italiano". Quest' uomo si chiama William Thomas Garbutt.

Settimo di otto fratelli, Garbutt nasce nella casa di famiglia a Stockport il 9 gennaio 1883 e sin dalla tenera età manifesta particolare devozione al calcio dedicando buona parte del suo tempo a calciare la sfera contro i muri del cupo quartiere dove cresce e dove, forse inconsapevolmente, affina le qualità che avrebbero fatto di lui un calciatore professionista, nonchè il primo, o forse l' unico, allenatore autentico del dopoguerra.

Rimasto orfano di padre all' età di 8 anni, Garbutt cresce con la madre, le 6 sorelle ed il fratello minore in un clima dove valori, tradizioni ed importanza per l' istruzione costituivano una priorità. Al termina dei suoi studi, il giovane William, trova impiego come costruttore di scatole ed il suo salario contribuisce a dar sostegno alla numerosa famiglia di cui fa parte. Non tarda però ad arrivare il momento in cui, l' amore di una madre e di così tante sorelle, incute nel ragazzo il desiderio di evadere e di intraprendere un cammino proprio.

Così, nel 1902, Garbutt si arruola nella Royal Artillery servendo la patria a Clonnel, in Irlanda. Militare professionista non nasconde le sue qualità nel giuoco del calcio e presto viene scelto per far parte della squadra del suo reggimento, circostanza che desta la curiosità e l' interesse degli osservatori di uno tra i più antichi club inglesi, il Reading Footbal Club del Berkshire fondata nel 1871 e compagine impegnata nella Southern League.

Inizia così una splendente carriera come ala destra per il giovane William Garbutt partendo dal Reading nel 1903, passando poi nel 1905 per il Woolwich Arsenal e nel 1908 per il Blackburn dove si imbatte nell' infortunio che segna la fine della sua carriera come giocatore ma determina anche, dopo un ultimo periodo trascorso nuovamente al Woolich Arsenal senza presenze, l' inizio di una nuova e ben più importante epoca che riguarderà non solo il giovane sportivo inglese ...

Garbutt forse neppure sa che, oltremanica, il nascente calcio italiano vede i capitani delle compagini intenti a verificare le condizioni fisiche di se stessi e dei relativi compagni per poi procedere alla formazione della squadra senza disporre di fatto di un' identità preposta a questo genere di operazione pre-partita. Così funziona anche per il Genoa che, a seguito della conquista dei 6 titoli nazionali tra fine 1800 ed inizi 1900, sta vivendo nel 1912 un periodo di forte crisi che evidenzia l' esigenza di ingaggiare un tecnico capace di risollevare la squadra ed al tempo stesso affinare tecniche e qualità di gioco.

Chi in questo periodo sta guidando le giovanili rossoblù è Thomas Coggins e, proprio lui, chiede consiglio al fratello residente in Inghilterra su chi poter convocare al fine di risolvere le problematiche che stanno facendo spegnare le brillanti prestazioni della prima squadra genovese. La risposta non tarda ad arivare e con essa giunge a Genova anche William Garbutt che, a seguito di quell' infortunio reo di aver interrotto la sua carriere come giocatore, si dimostra sin da subito disponibile e molto propenso a dedicarsi al ruolo di allenatore prendendosi carico del Genoa.

Approda dunqua e Genova William Garbutt, detto "il Mister", appellativo ancor oggi riservato a chi guida la squadra ed ennesimo primato introdotto nel mondo del calcio italiano proprio dalla squadra rossoblù. Il primo allenatore professionista della storia del calcio italiano introduce criteri di allenamento finalizzati a curare aspetto fisico e tattico della squadra, è il primo ad esempio a conficcare nel terreno una serie di pioli, a breve distanza l' uno dall' altro, che i giocatori dovranno scartare a rapida velocità con palla al piede nel minor tempo possibile, facendo nascere in Italia il "dribbling". E' anche il primo a risolvere problematiche di sollevazione dei suoi ragazzi invitandoli a colpire con la testa palloni appesi ad altezze sempre più elevate ed è anche il primo capace di correggere chi dispone di capacità calcistiche su un solo piede penalizzando l' altro, tale complicazione viene risolta facendo indossare al giocatore lo scarpino solo al piede "inetto" mettendolo in condizione di usare con più frequenza quel piede per preservare quello abitualmente utilizzato ma sprovvisto di scarpa e quindi esposto a dolorosi urti contro il cuoio del pallone. Ma Mister Garbutt affianca la teoria alla pratica rivelandosi dunque anche il primo ad informarsi sulle condizioni psico-fisiche e sulle tecniche di gioco relative la squadra da affrontare ed apportando al suo gruppo un forte spirito di unione, amicizia e sensazione di superiorità sugli avversari. 

I risultati non si fanno attendere, il Mister ingaggiato per riportare il Genoa ai massimi livelli si sta rivelando produttivo ed investe molta attenzione anche nella scelta degli elementi da reclutare. Al termine del suo primo anno di permanenza a Genova i rossoblù si posizionano al secondo posto in classifica dietro la Pro-Vercelli, secondi anche nella stagione successiva in coda al Casale e con un livello di maturazione sempre in crescita. Il 1915 invece vede il Genoa capolista della classifica ma il campionato viene bruscamente interrotto dello scoppio della prime guerra mondiale. E' il 23 maggio 1915 e a Marassi tutto è pronto per il fischio d' inizio di Genoa - Torino, quel fischio però è sostituito dalla lettura del comunicato della Federazione che, a mezzo telegramma, impone la sospensione del campionato impedendo così di giocare quella che sarebbe stata l' ultima partita di campionato e privando il Genoa del suo settimo titolo che gli verrà riconosciuto a seguito della presentazione di un ricorso.

La brusca interruzione del campionato vede anche il rientro in patria di Garbutt, il mister con la pipa torna a Genova al termine del periodo bellico e, come se non se ne fosse mai andato, riprende immendiatente i suoi impegni con un Genoa fortemente provato dalla guerra e bisognoso di rimpiazzi, non è semplice per Garbutt tamponare le difficoltà rossoblù tra il 1919 ed il 1920 ma, proprio quella dedizione e quella cura investita per la squadra, sono le basi gettate per la creazione di quello che sarà l'ineguagliabile capolavoro genoano.

Il leggendario "Genoa d'oro" sta prendendo forma grazie alla cura ed all'attenzione con cui Garbutt sceglie gli acquisti da richiedere alla società. Si uniscono così, creando quella che sarà la formazione perfetta, elementi per metà giocatori e per metà lavoratori come il mobiliere De Prà, l'impiegato marittimo Bellini, il funzionario di banca De Vecchi,il venditore d'asta Barbieri, il misuratore di cubaggio navale Burlando, il commercialista Leale, i portuali Neri a Santamaria, il titolare di un' attività commerciale in Piaza Banchi Sardi, il pollivendolo Catto e lo spedizioniere Bergamino.

Questi sono i nomi dei protagonisti allenati da Mister Garbutt che, nel campionato 1922/'23, permettono al Genoa di non conoscere sconfitta alcuna, 22 vittorie e 6 pareggi con 72 reti segnate e 21 subite, un record mai raggiunto da nessun'altra compagine.

Ma il "Genoa d'oro" non è destinato a mantenere quei ritmi e non li replica, piuttosto invece, nei campionati successivi, conosce un declino dovuto certamente alla pressione sostenuta nell'incredibile annata precedente ed anche all'abbandono dell'impresa da parte di alcuni giocatori. Notando le difficoltà con cui il Genoa affronta gli impegni attuali, nel 1927, il presidente Sanguineti decide di licenziare Mister Garbutt il quale non vive con troppa serenità questo evento sentendosi egli molto legato ai colori rossoblù ed ai suoi ragazzi, in particolare al portiere De Prà, grande amico del Mister e confidente.

Inizia per Garbutt e per la sua famiglia, composta dalla figlia Concettina e dalla moglie Anna, una decade lontana da Genova e dal suo amato Genoa. In questi anni il Mister non abbandona il suo ruolo di allenatore che lo vede impegnato per un breve periodo con la Roma, con il Napoli per 6 anni, con l'Athletic Bilbao ed infine con il Milan prima che, nel 1937, riceve finalmente una richiesta di ritorno al Genoa da parte del nuovo presidente in carica Juan Culiolo.

Con la crescente filosofia fascista gli stranieri in Italia sono sempre più sottoposti a pressione ed, al suo ritorno, Garbutt trova un Genoa rinnovato forzatamente anche nella sua denominazione italianizzata in "Genova". E' in questo clima difficile e poco sereno che "Mister Pipetta" riprende il suo lavoro senza deludere le aspettative del Grifone e fornendo i mezzi necessari per affrontare più che dignitosamente i campionati dal 1937 al 1940. La vera novità però, nonchè l'ennesimo primato firmato Genoa e Garbutt, arriva proprio nel 1939/'40 quando il Mister decide di proporre ai rossoblù il "sistema WM" ormai già largamente testato ed approvato dagli anglosassoni.

Il "sistema WM" prevede la disposizione in campo dei giocatori su modulo 3-2-2-3 che, idealmente, rappresenta esattamente una W ed una M. Tale disposizione incentiva un gioco decisamente più rapido di quello giocato fino ad oggi, caratterizzato da marcature a uomo più strette, da difensori  decisamente più impegnati ed attacchi agevolati. E' naturale immaginare però che tale nuova tecnica non viene assorbita rapidamente da atleti e tifosi che faticano a comprenderne tempestivamente il funzionamento. Il nuovo "sistema" permette di fare molti più gol ma ne fa subire altrettanti nei tre mesi dedicati alla sua sperimentazione, questo però non impedisce a Vittorio Pozzo, attuale allenatore della Nazionale Italiana, di prenderne spunto e di ingaggiare ben 7 giocatori rossoblù al fine di sfruttare le regole del "sistema WM" in occasione della sfida tenuta il 25 novembre 1939 a Berlino contro una fortissima Germania. Ne esce sconfitta l'Italia ma non il "sistema WM" ormai destnato ad esser perfezionato e adottato anche nel campionato italiano.

L'avvento del nuovo periodo bellico impone a Garbutt un secondo ed altrettanto doloroso allontanamento da Genova che lo vede stabilirsi in terra umbra, area geografica dove forse gli stranieri subivano meno delazioni confronto ad altre zone dello stivale. La guida del Grifone passa dunque al suo ex giocatore ed attuale braccio destro Barbieri.

Al termine della seconda guerra mondiale e dopo aver perso la moglie Anna, Mister Garbutt può consolarsi grazie alla soddisfazione di esser nuovamente richiamato ai servizi del suo Genoa. E' il 1946 e l'allenatore inglese ha ormai 63 anni, forse non può più offrire innovazioni o imprese epiche al popolo genoano ma lui, nel cuore di quel popolo, ci vive  come il Genoa vive nel suo cuore. Ogni favola ha però la sua fine e quella del "Mister Pipetta" termina un giorno estivo del 1948 quando, la caduta da una vettura tranviaria percorrente Via Corsica, provoca la rottura al femore dell'allenatore imponendogli un definitivo rientro in patria accudito dalla figlia. Per lunghi anni ancora Garbutt vive avvolto nei caldi e gloriosi ricordi del suo amato Genoa fino al 24 febbraio 1964 quando, malato di leucemia, si spegne ed abbandona la vita terrena.

 

 

Il Grifone racconta

Altre notizie - La tifosa nel pallone
Altre notizie