Con la Juve ritrovata compattezza ma la qualità della manovra latita

01.07.2020 11:12 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Nulla di nuovo dal fronte marassino. Ha vinto Madama, mentre il Grifo, con la sua onestissima prestazione difensiva, perlomeno nel primo tempo, ha salvato l'onore, alimentando vieppiù il focherello del rimpianto acceso a Brescia. Che rabbia aver visto il Genoa fare filtro in modo quasi impeccabile in una partita persa in partenza e, di contro, in un match da vincere a tutti i costi, quello in terra lombarda, mostrare di fronte alle modestissime rondinelle falle difensive spaventose.

Se non altro, i rossoblù hanno ritrovato nel confronto più arduo dell'anno una certa compattezza, che ha obbligato i campioni d'Italia ad estrarre i colpi personali dei suoi campioni per sbrogliare una matassa piuttosto ingarbugliata. Vero che Perin ci ha messo più di una pezza – d'altronde è pagato apposta – ma almeno sino all'intervallo la fitta rete tesa da mister Nicola per intrappolare antagonisti così nobili ha evidenziato ben rare smagliature. Dopo il riposo, nel primo attimo di distrazione genoana, naturale dopo il dispendio di energie precedente, il fuoriclasse Dybala ha sfruttato un pertugio nella difesa rivale per spezzare l'equilibrio. Alla sua prodezza seguiranno quelle, sontuose, di Ronaldo e Costa: conclusioni irresistibili, che non possono chiamare sul banco degli imputati le guardie scelte preziosiane.

Il vero problema del Grifone, anche in prospettiva futura, è l'altra fase di qualsiasi incontro calcistico: il riproporsi in avanti, possibilmente con una certa pericolosità. E qui sono riaffiorati gli antichi limiti, che neppure la massiccia campagna di mercato invernale ha cancellato. Trovare la via del gol su azione è una scalata himalayana di sesto grado.

Soffocato, anche atleticamente, Schone, che a Udine non ci sarà per squalifica, ecco che il centrocampo rossoblù, infarcito di mediani, ha peccato nella costruzione ben più di quanto il pur elevato valore degli avversari avrebbe fatto presagire, Passi una schiacciante inferiorità nel possesso palla, ma anche contro la Juve una qualsiasi squadra di serie A ha il dovere di affacciarsi ogni tanto nei pressi dell'altra area, magari a seguito di una trama condotta palla a terra. Nulla di tutto ciò si è visto, almeno sino alla mezz'ora della ripresa, quando il lieve rilassamento di una Juve appagata da tre gol di vantaggio e il rientro di Sanabria ha inferto una piccola scossa alla contesa. Così il portiere Szczesny si è sporcao in guantoni su bordata del vivacissimo paraguagio e a breve giro di posta ha incassato la platonica segnatura del redivivo Pinamonti. Quanto basta per scongiurare la figuraccia, addolcire lievemente il passivo e guardare con lenti di un rosa pur pallido al prossimo impegno di campionato, a Udine: questo sì da non fallire assolutamente.

Mancando Schone, ci sarà forse spazio dall'inizio per Lerager, il cui innesto nella ripresa è stato incoraggiante. Con Sanabria dal primo minuto e Pandev pronto a cambiare volto alla sfida in corso d'opera, si spera che il Grifo ritrovi gli artigli ed una certa dose di qualità per tenere a bada un'Udinese forse più ricca di individualità ma tutt'altro che irresistibile. Nell'andata i friulani maramaldeggiarono al Ferraris grazie alle insulsaggini di formazione compiute da Thiago Motta: un episodio topico che i reduci da quella batosta dovrebbero richiamare alla mente per consumare la vendetta. Come se la classifica, di per sé, non regalasse nuova forza, quella targata “disperazione”.

Accontentiamoci comunque – per chiudere il capitolo Juventus -  di un significativo passo avanti di ordine atletico rispetto a Brescia, nella consapevolezza che i mestieranti di casa Genoa sapranno regalare nelle restanti tappe dell'avventura stagionale un po' di sollievo al Prez, che ieri – dopo un anno e mezzo – ha approfittato dell'assenza dei suoi fedelissimi, inesauribili contestatori per riapparire in tribuna. La presenza costante del patron allo stadio in un periodo così delicato può avere per i giocatori risvolti psicologici decisivi.

                   PIERLUIGI GAMBINO


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