The Day After, Shevchenko fiducia si o fiducia no? Questo il dilemma

10.01.2022 10:00 di  Franco Avanzini   vedi letture

Tutto ci si poteva attendere ma non che il Genoa non battesse uno Spezia assolutamente alla portata e con una difesa che aveva già incassato moltissime reti. Ed invece anche questo è successo. Giustamente al termine della partita la Nord ha contestato vivacemente i giocatori. Calciatori che hanno veramente toccato il fondo disputando una pessima gara, priva di mordente (forse ad eccezione di Sturaro che ha pure provato a catechizzare tutti tra il primo ed il secondo tempo), senza una benché minima idea di come si potesse far male allo Spezia, in un clima in cui lo stadio stava (come al solito) incitando a più non posso i rossoblu.

Così sul banco degli imputato ovviamente va pure il tecnico ucraino Andryi Shevchenko. La sua flemma, i suoi modi gentili di presentarsi davanti alle telecamere non vanno probabilmente d'accordo con una squadra che avrebbe bisogno di una scossa, del pugno duro. Così mantenendo lo stesso cliché dell'allenatore anche la squadra è andata adagiandosi, bloccandosi alle prime difficoltà. 

Anche contro lo Spezia gli errori non sono mancati: Cambiaso ha patito la verve di Verde che ha fatto il bello ed il cattivo tempo, spesso scappandogli sulla fascia salvo poi mettere a nudo i propri limiti in fase conclusiva. Cambiaso era partito bene in questo torneo, pareva la bella rivelazione su cui puntare per il futuro. Via-via però si è andato spegnendo non riuscendo più ad imprimere il suo ritmo e venendo spesso surclassato dagli avversari. 

Mandare in campo il neofita Ostigard è stato forse un azzardo in una squadra che aveva bisogno non di scommesse ma di certezze. Non ha sfigurato, sia chiaro, ma dalla sua parte lo Spezia ha fatto davvero la differenza. Il norvegese gioca pulito, non sbaglia molti palloni ma è più portato a fare il compitino piuttosto che cercare qualche giocata estemporanea.

Ci si poteva attendere qualche rinforzo in mezzo al campo ma ancora non è arrivato alcunché così si è rivisto il Melegoni indisponente che ha toccato ben pochi palloni e il Badelj lento, quasi svogliato e sfiduciato che pareva andare al rallentatore rispetto agli avversari. E qui Sturaro ha fatto vedere a tutti di che pasta sia fatto: un grande cuore, sette polmoni ad inseguire tutti e la grinta che tutti gli hanno sempre riconosciuto. 

Al solito il problema principale per il Genoa è quello di costruire un'azione pericolosa: se poi queste non vengono concluse a dovere il problema si aggrava. E sul banco degli imputati sale anche Destro che ha avuto la palla del pareggio ma, solo davanti a Provedel, praticamente gli ha passato la palla. Certo, Destro naviga nel deserto perché Ekuban è sceso in campo per onor di firma quasi avesse la testa altrove (Turchia?), Caicedo non ha fatto nulla che potesse farlo ricordare e Pandev ha ancora cercato di costruire qualcosa senza trovare però compagni in aiuto. 

E adesso? Adesso occorre stringere i denti, lavorare sodo e andare a battagliare su qualunque campo partendo dal Franchi di Firenze dove domenica il Genoa sarà atteso da una compagine forte e quadrata con un Vlahovic nel motore che sta dimostrando di essere il miglior attaccante del momento del nostro campionato. 

Tornando alla domanda iniziale: ci sarà ancora Shevchenko oppure no? Le prossime ore potrebbero essere quelle decisive.


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